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IL BORGO MEDIEVALE DI CASTELBASSO – una goccia di pietra e pozzolana

 

castelbasso cinta muraria

IL BORGO, LA STORIA

Su un’altura alla sinistra del fiume Vomano sorge l’incantevole borgo medievale di Castelbasso, frazione di Castellalto (Teramo). Borgo fortificato dalla caratteristica forma a goccia della sua cerchia muraria, tra i più suggestivi d’Abruzzo, costruito con pietre del fiume Vomano, mattoni e pozzolana. Il piccolo pagus, che oggi conta circa 130 abitanti, è adagiato sul versante collinare tra Roseto degli Abruzzi e Montorio al Vomano, tra i fiumi Tordino a settentrione e Vomano a meridione.

Le origini di Castelbasso si pongono tra la tarda antichità e l’Alto Medioevo (VI-VII sec.) quando, ormai diventato anch’esso possedimento longobardo, quello che sarebbe stato Castelbasso da insediamento d’altura fu trasformato in castello a seguito delle incursioni saracene (IX sec.). Un castello importante, anche, ovviamente dotato di cinta muraria, una chiesa ed edifici all’interno.

Nel Chronicon Casauriense (una raccolta dove sono trascritti documenti notarili e fatti di cronaca relativi all’illustre abbazia benedettina), infatti, il borgo fortificato è già “Castello Vecchio”, un vecchio castello che fu donato, erano gli anni 1046 e 1047, da Adelberto e Raimondo, due fratelli appartenenti alla classe proprietaria di origine longobarda, al Monastero di S. Clemente a Casauria. Opportunamente arricchito con altri beni e con lungimiranza donato a chi di dovere, quel feudo si sarebbe potuto rivelare utile a impetrare la salvezza dell’anima. Questa era almeno la speranza di Adelberto e Raimondo, che si recarono da Giso, notaio e giudice in Aprutium  dove fecero un atto di donazione a beneficio  appunto del Monastero di S. Clemente a Casauria. Castelbasso  passò quindi sotto la giurisdizione spirituale dell’abate di S. Clemente, anche se nella sua vita laica conobbe altri  4 padroni! Non lasciarono un grande ricordo gli abati di quell’abbazia, se ancora fino a pochi anni fa gli anziani castelbassesi, quando imprecavano, spesso e con inconsapevole memoria storica se la prendevano con “lu patr abbate”.

Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, i Duchi Acquaviva di Atri, probabilmente già dal secolo XIV, riuscirono a impadronirsi del feudo per venderlo, nella prima metà del sec. XVI, ai Valignani di Chieti.

Giovanni Andrea, rampollo di quel casato teatino, il 14 settembre 1652 cedette Castelvecchio a Basso a Don Amico Ricci di Macerata, nominato nel 1657 Marchese di Castelbasso dal re di Spagna Filippo IV.

Nel 1806 Castelbasso, da Università indipendente (il Comune di allora) quale era stata fino ad allora, diventò Università riunita a quella di Castellalto e in seguito semplicemente frazione.

castelbasso scorcio del paese foto e testi di Francesco Mosca
Ancora ben visibili sono le sue mura fortificate, rafforzate da contrafforti e torrioni; quasi del tutte integre sono le imponenti scarpate che una volta reggevano le mura di cinta, all’interno delle quali vicoli angusti, costruzioni restaurate e date antiche incastonate nei muri in laterizio e ciottolame di fiume rievocano magiche atmosfere del passato. Al centro abitato si accede solo attraverso due varchi: Porta della Marina, o Fonte della Porta, nelle vicinanze della quale su un mattone è incisa la data 1467, e Porta Sud.

Si distinguono per un’architettura sobria ed elegante palazzo De Sanctis, palazzo Cancrini e palazzo Clemente, sede della Fondazione Malvina Menegaz.

castelbasso interno chiesa s. Pietro e s.Andrea

LA CHIESA E L’ORGANO FEDRIANO

Nella parte più alta del borgo è posta la bella Chiesa dei SS.Pietro e Andrea Apostoli.

Di stile romanico, risale al 1338 ed ha copertura a capanna. La sua facciata è stretta tra le abitazioni e vi si apre uno splendido portale in pietra ad arco a tutto sesto, al di sopra del quale è murato un altorilievo in arte rustica raffigurante una Madonna in trono con Bambino risalente all’epoca della costruzione.  Dalla parte posteriore del tetto si erge un campanile a vela che sostiene una campana. L’interno della chiesa, le cui volte vennero restaurate nel 1656, è a tre navate divise da grandi archi a tutto sesto sorretti da colonne rotonde. Vi si conserva un fonte battesimale in pietra con piedestallo in marmo su cui si legge la data 1589, vicino al quale sono ancora visibili i resti di un affresco, anch’esso cinquecentesco, raffigurante il Battesimo di Cristo. Interessanti sono inoltre alcune tele del XVII e XVIII secolo utilizzate come pale d’altare.

 

castelbasso organo di fedri

Nella cantoria, al di sopra dell’ingresso, trova posto un bell’organo a 6 registri. Erano anni, quelli a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, in cui un organaro di Atri, tal Adriano Fedri, esercitava alacremente e con successo la sua attività tra il Lazio e l’Abruzzo, ivi compresa l’attuale provincia di Teramo. Nel 1756 il Fedri  aveva costruito un organo nella chiesa parrocchiale di Fano Adriano, verso la montagna, poi un altro nel 1758 nella chiesa di Morro d’Oro, verso il mare; si riaccostò alla montagna nel 1760 quando costruì l’organo della chiesa di Basciano. Anche i  Castelbassesi  decisero di affidare alle sapienti mani del Fedri l’ampliamento del loro ottavino; operazione che l’organaro realizzò nello stesso anno 1760  trasformando il piccolo ottavino seicentesco preesistente in base di 4’ in organo positivo in base di 8’ dando una rotondità tuttavia trasparente alla tipica sonorità seicentesca, acuta e chiacchierina. Insomma l’ottavino diventò un Fedri a tutti gli effetti, assumendo quindi una nuova identità costruttiva.  Fu poi nuovamente restaurato nel 1906 dall’organaro teramano Vincenzo Di Pietro.

I DINTORNI

Castelbasso è un luogo magico dove scoprire un mondo antico e bucolico nel quale però ferve la cultura contemporanea. Esso può anche essere un punto di partenza alla scoperta di molte altre mete vicine e tutte concentrate nella vallata del Vomano. Ecco quindi, tra i monumenti religiosi artisticamente più importanti, l’Abbazia di Propezzano a Morro d’Oro (VIII sec.), la chiesa di S. Clemente a Guardia Vomano (IX sec.), quella di S. Salvatore a Canzano (XIII sec.), la chiesa di S. Giovanni ad Insulam a Isola del Gran Sasso (XI) sec.), quella di S. Maria di Ronzano a Castel Castagna (XI sec.), S. Maria la Nova a Cellino Attanasio (XIV sec.), la monumentale Cattedrale di Atri (XIII sec.).

 

Per arrivarci da Teramo, da cui dista circa Km. 22: si percorre l’Autostrada dei Parchi in direzione dell’Aquila fino all’uscita di Val Vomano. Da qui si prosegue verso Castelnuovo Vomano, all’interno del cui centro abitato occorre girare a sinistra seguendo le indicazioni stradali per Castelbasso. Arrivando da Roseto degli Abruzzi su prosegue per Castelnuovo Vomano , al semaforo del centro abitato si gira a destra e se seguono le indicazioni stradali per Castelbasso.

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